28 agosto 2011

Non ne vale la penna


Premessa per eventuali moralisti: è inutile, tanto non vi cago, non avete capito niente del racconto. La natura è stata crudele con voi.


Mia madre si era permessa sempre di dire che ero grasso, quando le venne un infarto però smise di commentare. Non perché le arterie otturate le fecero cambiare idea, ma semplicemente perché morì nell'arco di una notte.
La vita è strana, io quella donna in 14 anni non sono mai riuscito a capirla.
Il mio nome non ha importanza, e ad essere sinceri suona anche male, quindi preferisco non identificarmi per più di un motivo.
Voglio raccontarvi, cari amici e amiche di YouPorn, quello che mi è successo una settimana fa a scuola. La cosa potrà turbarvi, ma non importa, voglio pareri sinceri, ditemi se sbaglio insomma.
Da dove comincio? Ah, si...


Ore 8.15, entro in aula in ritardo, provo disgusto verso me stesso per qualche secondo, poi passa.
Ore 8.20, dopo 5 minuti buoni di predica altisonante della maestra finalmente posso sedermi e imprecare.
Ore 8.22, fisso quelle due cretine delle gemelle, mi piacerebbe scoparmele entrambe contemporaneamente; poi ci rifletto meglio, capisco che è utopia, lascio da parte le mie perversioni.
Ore 8.25, è finita l'ora delle tentazioni, si passa alla seconda fase, preparazione psicologica per il compito d'italiano. Tema.
Ore 8.30, si comincia, "era ora" urla qualcuno dall'ultima fila.


Come solito ci venne consegnato un bel mucchio di fogli inutili per eventuali saggi, lettere, riassunti e poesie di autori semi-sconosciuti da commentare. Le tracce erano presenti su di un foglio scritto a mano, poi fotocopiato in un secondo tempo per tutta la classe.
Cominciai a leggere impaziente.
1°tema: La democrazia è mai stata una forma di governo accettabile? Spiega in che modo l'economia globale influenza la tendenza politica di una nazione.
2°tema: Adolf Hitler, sarà esistito veramente? Esponi il tuo pensiero riguardo questo filosofo contemporaneo dalla dubbia esistenza.
3°tema: Il mio migliore amico.
4°tema: Facebook, è vero che ha soppiantato la messa della domenica mattina? Se si, possiamo considerare questo social-network alla pari del Cristo?

Ero felice nel leggerli, tutti temi molto interessanti questa volta, quella scorsa non ve la sto nemmeno a raccontare. In sintesi, ero indeciso.
Il tema su Facebook non era male, ma per mia sfortuna avevo poca voglia di spremere le meningi. Optai per il terzo, il più abbordabile.
Mentre la penna si apprestava a inquinare la carta mi resi conto di un fatto: non avevo amici, amici veri. Andai in panico ancor prima di cominciare.
Respiravo forte, cercavo di tranquillizzarmi, non riuscivo più a muovere un muscolo. Ero pietrificato, folgorato da una verità troppo scomoda da affrontare.

Passarono diversi minuti, buio totale.

Quando riaprii gli occhi ancora non avevo trovato una soluzione all'enigma, eppure, sembrava così facile all'inizio. "Mannaggia a me e quando faccio l'antisociale" mi dissi.
Subentrò la fame, crampi allo stomaco, di quelli forti.
Poi venne l'ispirazione, folle, drastica, unica e perfetta. Io ho un amico, un amico vero, uno dei migliori che la gente possa mai trovare nella vita. Quello che non ti abbandona mai, che per te si prostituirebbe.
Il mio frigorifero, quella gran troia del mio frigorifero era il più fidato degli amici. Fedele, rispettoso, semplice, amorevole, divertente, unico nel suo genere.
L'amico di tutti, non ha mai deluso.


Fui pervaso da un senso di felicità misto a odore di caffè.
Avevo trovato il modo di fottere il "sistema".
In 2 ore scrissi 3 pagine gonfie d'amore. I miei 95 kg per 1.65 cm di altezza erano a dimostrazione del mio affetto per lui.
Da quando la mamma non c'era più avevo imparato a cucinare; già grassottello prima, in poco tempo diventai una balena da terra, se non fosse stato per la sua volontà di custodire tutto quel cibo per me a quest'ora sarei come tutti: triste e sotto-peso. Il frigorifero mi aveva salvato la giornata in più di un'occasione, quand'ero solo in casa aveva imparato a consolarmi.
Soltanto lui poteva capirmi, soltanto lui sapeva ascoltarmi e ridere di me, soltanto lui aveva visto le tragedie e il dolore tra quelle mura ormai stanche.
Non era per una questione puramente di sfogo; il mangiare, come il cucinare, è un arte, badate bene. Sono sopravvissuto, in parte grazie al suo operato, a tutto il caos portato dalla morte di Lei; tutti quei falsi sorrisi al funerale, tutte quelle pacche sulle spalle, tutti quei fiori non riuscivo a capirli, mi davano nausea.Al funerale mio padre mi disse "stai tranquillo, ci penso io a te" tra una lacrima e l'altra. Non gli ho mai creduto, non me l'ha mai dimostrato. Non mi resta che mangiare, mangiare, mangiare, mangiare e mangiare ancora. E'il mio modo di non pensare, quel pensare che fa male all'anima. Sopravvivo alla realtà a modo mio, sopravvivo al lento declino del mio spirito.
Quando, dopo qualche giorno, tornò la maestra con i temi corretti notai con dispiacere l'insufficienza. La domanda è questa, cari amici e amiche di YouPorn, anche secondo voi stiamo perdendo il contatto con le cose semplici della vita? Perché non riusciamo più ad affrontare le nostre paure senza usare panacee artificiali?
Commenti:
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MachineGunMan84: Fottiti ciccione! Che cazzo c'entra questo temino su YouPorn?! Bannatelo, grazie! W la figa minorenne!



Giacomo Alessandrini

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