3 ottobre 2011

Il conducente

Questa è la breve storia di un uomo insignificante, di cui nessuno sapeva il nome, se non l'INPS, l'anagrafe e la Trenitalia S.p.a.. Non lo si vedeva mai in giro, tranne quando andava e tornava da lavoro: faceva il conducente di treni-merci presso la stazione di Ancona, capoluogo della stasi perpetua.
In un afoso giugno le FS indirono un concorso per un posto rimasto vuoto dopo il pensionamento di un veterano della rotaia. Si presentarono in 5, lui era tra questi. 
Il colloquio consisteva in una domanda: - Quali sono le tue prospettive di vita? 
- Nessuna - rispose; e fu immediatamente assunto.
Ogni giorno, puntualmente 5 minuti prima che iniziassero le sue ore salariate, arrivava comodo comodo su una Graziella, la legava ad un palo della luce, e si dirigeva tranquillo verso il binario dove lo attendeva la macchina sbuffante. Rispondeva cortesemente “buongiorno, buonasera, buonanotte” al collega di turno, e si assettava in postazione, dopo aver sbrigato i vari preparativi, attendendo l'orario di partenza.
Una sera si imbarcò con lui Graziano, verace romano sulla cinquantina, che provò in diversi modi ad attaccare bottone: 
- Aoh, ma l'hai vista 'a nazionale ieri sera? 'lle quattro galline 'nze rimovevano manco a sparaje co 'o schioppo! 
- Non seguo molto il calcio, mi scusi – sorrideva gentilmente.
- Senti 'mpò – riprovava - ma me sapresti dì 'na pizzeria bbona? Sai com'è, sto qua da poco, ancora nun me so move bbè e nun c'ho voja mica de sprecà sti quattro sesterzi che c'ho 'n tasca! 
-Non vado spesso a mangiare fuori, mi dispiace – replicava pacato.
- Ieri sera me so magnato na frittata co le cipolle, te piace a frittata co le cipolle? 
- E' un po' pesante, poi le uova hanno troppo colesterolo. 
- Ma hai visto te 'lla zzozza de Bbelen? Che ha lasciato Bborriello pe' mmettese co' quer fijo de na mignotta de Corona? 
- Non mi interesso di gossip. 
- ... 
-. 
- Ma ce sta quarcosa che te piace fa oppure no? 
- Non ho molti interessi oltre al lavoro, chiedo scusa. 
In effetti il nostro uomo non è che volesse essere scostante, ma non aveva proprio alcun interesse. 
- Ma almeno sto lavoro a te te piace? Io me faccio du cojoni... si nun fosse pe' a crisi e se se trovasse un posto 'mpò mejo je dico “Ciao” a Trenitalia! 
- Mi dà lo stipendio, non mi lamento. 
- L'artro ggiorno sul teleggiornale dicevano che in Giappone se stavano a 'nventà i treni che sse guidano da soli. Ma se ar posto nostro ce mettono i robbò che facemo? Do ce mannano? E si ce mannano a casa e ce liquidano co ddu spicci? Se ce tolgono pure sto lavoro de mmerda che sapemo fa? Che facemo? Che farai te? 
Il conducente scrollava le spalle, e continuava a guardare dritto attraverso il vetro i binari, sempre uguali, che sembravano congiungersi all'infinito, ma che in realtà non si congiungevano mai.
Un giorno Graziano vide passare per strada il nostro uomo in Graziella: aveva la borsa Trenitalia a tracolla e la spesa sul portapacchi. Incuriosito, lo seguì fino all'uscio di un anonimo condominio di 11 piani. Una volta che il silenzioso tizio fu entrato, Graziano andò a parlare col portiere: 
- Aoh ma te lo conosci quello che è risalito mo? Che sai per caso come se chiama, che combina, se c'ha na famija?
- Non so come si chiama, non riceve posta. Non esce mai di casa se non per andare a lavoro. So solo che abita, da solo, al 6° piano, interno 2. 
Una volta fuori dal portone Graziano scorse rapidamente i campanelli leggendo i cartellini col cognome di chi vi abitava: quello del 6° piano interno 2 era vuoto.
L'inutile vita del conducente terminò una sera mentre tornava a casa, in un vicolo buio: un tossico lo fermò, puntandogli una pistola in faccia; preso dall'agitazione, fece accidentalmente fuoco. Afferrata la borsa, con dentro il portafogli e i vestiti del lavoro, si dileguò nella notte.
Così sfigurato, il cadavere del conducente non poté essere riconosciuto da nessuno. 
Al funerale di questo singolare milite ignoto erano presenti solo il celebrante e la perpetua, che cantò una “Santa Maria del Cammino” decisamente fuori tempo.

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