4 settembre 2012

Sotto il sole d’estate


Il suo corpo galleggiava ormai da un po’, sorretto dolcemente dall’ acqua salata. Si era completamente
abbandonata fra le braccia del suo amato mare, che la cullava dolcemente e le tappava le orecchie
isolandola da tutto quello che le stava intorno, dalle grida e dalle risate dei bagnanti. Era un silenzio quasi
irreale, come quelle scene, in certi film, dove i personaggi si muovono a rallentatore senza audio.
Lei stava lì, con gli occhi chiusi, creando con la mente quella vita che aveva sempre voluto e mai potuto
realizzare. Si vedeva serena, felice di essere riuscita ad aprire il tanto desiderato negozio dell’usato, per
il quale nessuna delle persone che le stavano vicino l’ aveva scoraggiata. Anzi tutti l’avevano aiutata ad
ottenere il finanziamento necessario per l’avvio, a trovare la location perfetta, a farsi conoscere nella zona.
Certo, per qualcuno quello poteva sembrare un sogno poco ambizioso, quasi banale, ma non per lei. Per lei
era tanto, era la dimostrazione che ce l’aveva fatta al di la della poca considerazione che le aveva sempre
dimostrato la gente.
Eccola ora, mentre rientrava dal lavoro dopo una giornata intensa piena di persone pronte a vendere e a
comprare. Era esausta, certo, ma soddisfatta e soprattutto ansiosa di tornare a casa dove avrebbe trovato
ad attenderla Leo, quel ragazzo eccezionale che era entrato nella sua vita quasi per caso, in punta di piedi
e che piano piano era diventato una presenza importante, quasi essenziale e senza neanche accorgersene
aveva finito con l’innamorarsene.
Era più giovane di lei e non di pochi anni e non sapeva quanto sarebbe durata ancora la loro storia, forse
qualche giorno, forse qualche mese, o forse, chissà, avrebbe resistito alla prova del tempo. L’ unica cosa
certa era che col passare degli anni la distanza anagrafica che li separava sarebbe diventata sempre più
evidente per entrambi, ma infondo, non le importava. Era felice accanto a Leo e voleva assaporare ogni
istante di quella felicità senza pensare al domani, ma vivendo in pienezza l’ oggi. Non voleva morire con dei
rimpianti!
Improvvisamente, un onda un po’ più forte delle altre, la fece tornare alla realtà. Fu un brusco risveglio
e sentì che le si stavano riempiendo gli occhi di lacrime, perché Leo non era solo un frutto della sua
fantasia, ma era una persona reale per il quale provava sentimenti reali che crescevano ogni giorno di
più. E si sentiva lacerare e schiacciare dal peso di questi sentimenti che non poteva esternare, ma doveva
ricacciare dentro di lei, perché nessuno se ne accorgesse. Solo che ogni giorno diventava sempre più
difficile, sempre più doloroso. Sapeva che doveva smettere di immaginare vite parallele per non alimentare
l’ amore che provava per Leo, ma non ci riusciva, o meglio, non voleva rinunciare a quella sensazioni che la
tormentavano così tanto e che, contemporaneamente, la investivano di una strana felicità.
Con una spinta indietro, immerse completamente la faccia nell’ acqua per coprire le lacrime, si tirò su e si
incamminò verso la riva.
-Mamma!- si sentì chiamare da una squillante vocina di tre anni.
-Tesoro cosa fai?-
-Ho fatto un castello. Ti piace?-
-E’ bellissimo! Su ora torniamo da papà-
E si incamminarono verso l’ombrellone mano nella mano.

Emma

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