9 ottobre 2012

Il Meccanismo Perfetto



<< La torta deve rimanere nel freezer >>. Questa era una delle tessere che componevano il mio

capolavoro, la mia vita. Ho sempre fatto tanti progetti, troppi, perdendo di vista tutto quello che

mi gravitava attorno. Gli amici, la famiglia e la mia donna... tutto faceva parte di un puzzle che mi

rendeva indistruttibile.

Oggi è il mio compleanno, festeggio i miei trent’anni, e ho organizzato una cena con i miei cari. Un

po’ per l’occasione importante, un po’ perché sono un amante delle feste in grande. Esco di casa

per andare al lavoro. E’ una giornata assolata, perfettamente compatibile con il mio umore. Saluto i

miei colleghi dell’ufficio postale con un immenso sorriso, e durante la pausa colgo l’occasione per

distribuire pasticcini e fare un bel brindisi alla splendida vita che mi attende. Cogliendo l’occasione,

ho deciso di chiedere alla mia fidanzata Marina, di cui sono molto innamorato, di trascorrere con

me il resto della vita. Passo all’ oreficeria a ritirare l’anello che da tempo avevo adocchiato e mi

precipito in casa. Il cuore mi batte talmente forte che ho l’impressione che possa esplodere da un

momento all’ altro. Entro di soppiatto e sento che Marina è al telefono. Parla a voce molto bassa,

quasi bisbiglia:

- Oggi è il suo compleanno, aspettiamo domani, lasciamolo festeggiare in pace. Lo sai che l’amore

per Manuele ormai è finito da tempo, ma non posso fargli questo, è la sua serata! E poi tu gli vuoi

bene quanto me, come fai a non sentirti in colpa nemmeno un po’? – e dopo una lunga pausa – Va

bene, domani gli dirò tutto. Ci vediamo tra poco...amore. - 

Rimango in silenzio per tutto il tempo e, anche se sono certo di aver ascoltato quelle parole, il mio

cervello in automatico le rimuove. Esco di casa in punta di piedi. Vorrei mettermi ad urlare e a

correre, fino a crollare sull’ asfalto sfinito, esanime. E invece rimango perfettamente impassibile.

Nemmeno le lacrime sgorgano spontanee, sento solo un dolore lancinante, come se un coltello

mi trafiggesse in continuazione il petto senza mai arrivare al cuore. Decido di cercare un conforto

dalla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto nelle difficoltà. Al mio arrivo intravedo da lontano

la macchina di Marina. Sta venendo a casa dei miei genitori. Mi nascondo in giardino cercando di

mantenere la visuale perfetta. Marina scende dalla macchina e mio fratello Carlo le viene incontro.

Non pensando di essere visti da nessuno si scambiano un lungo bacio ed entrano in casa.

Ora ho capito quali sono i miei carnefici. Fuggo a casa del mio migliore amico Marco, sperando di

trovarlo. Per fortuna ci siamo incrociati per poco, stava giusto uscendo di casa quando ho bussato

alla sua porta. Inizialmente è molto affettuoso, mi fa gli auguri e mi abbraccia, ma vedendomi

completamente inerte con gli occhi spalancati e fissi nel vuoto, mi fa sedere e subito mi dice:

- Non dovevi saperlo così. E soprattutto... non oggi. -

- Non oggi? Sapete dire solo questo? Non oggi? - 

Ecco ...sapevamo quanto tenessi a questo giorno ...e poi ... -

Non lo faccio terminare. Mi alzo e scappo via. Marco cerca di rincorrermi ma poi desiste dal suo

intento. Non ho bisogno di circondarmi di bravi attori, e forse lo ha capito anche lui. In preda al

panico chiamo mio padre al cellulare. Anche lui inizialmente è molto affabile e affettuoso. Lo

interrompo dicendo:

- So tutto, non fingete più. -

E l’unica cosa che è riesce a rispondermi è : – Figlio mio,mi dispiace così tanto che tu l’abbia

saputo proprio oggi ... il giorno del tuo compleanno ... -

- Proprio oggi? PROPRIO OGGI? – Senza ascoltare la risposta prendo il cellulare e lo lancio

lontano.

Mi hanno tradito tutti quanti. Tutti dicevano di amarmi e tutti hanno contribuito a quest’azione

ignobile, hanno recitato la loro parte in questa commedia perfetta. Già ...perfetta, come la mia

vita fino ad oggi. Chissà da quando va avanti questa menzogna ... ma nemmeno questo ha più

importanza ormai. La mia vita è andata in mille pezzi, il meccanismo perfetto si è inceppato ... anzi,

non è mai esistito veramente.

Torno a casa e prendo la torta dal freezer, quella destinata alla cena di stasera. Spezzo una fetta e

mi affretto a divorarla. << E’ veramente molto buona >> dico tra me e me. Ma assaporando quella

dolcezza meravigliosa, che mi riempie il cuore, un retrogusto di liquore fortissimo, penetrante,

disegna una smorfia sul mio volto imperturbabile. Appoggio la forchetta. Delle lacrime inaspettate

bagnano il mio viso. Piango disperatamente, per la prima volta che io riesca a ricordare.

Gloria B.

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