Nascosti dalla nostra umanità, le nostre urla non le sentirà nessuno. Ci
dimenticheranno. E lo faranno senza rimpiangerci. Siamo in trappola.
Diamo rassicurazioni agli altri per paura che comprendano chi siamo, per
nascondere la nostra oscurità, per sentirci buoni. Ma la verità è che siamo
marci dentro, che i nostri sorrisi sono delle mele avvelenate con cui uccidiamo
il nostro ego, rendendolo ridicolo. Poi, quando siamo soli, siamo più soli
degli altri. Nessuno può piangere per noi, né con noi. Le persone, senza saperlo, ci obbligano ad
essere quello che non siamo. E per questo maledetto motivo alcuni di noi
cercano disperatamente la solitudine, per piangere o ridere di sé, o più
semplicemente per sputare sopra a quel riflesso che lo specchio, crudelmente,
necessariamente riproduce.
Capitano dei momenti in cui siamo costretti alla solitudine. La vita ci
da tutto e ci toglie tutto, dal denaro alle persone che amiamo, dai nostri
sogni, alla salute, alla felicità … siamo costretti ad una serie di passaggi, o
impedimenti, se vogliamo, che ci portano ad essere quelli che siamo o quelli
che pensiamo di essere. E abbiamo paura, paura di sentirci soli, paura di noi e
del tempo che ci attraversa. La vita non si ferma, siamo noi che abbiamo paura
di farlo. E di pensare a chi siamo veramente. Solo un pazzo si butterebbe da un
treno in corsa, e noi siamo creature fin troppo ragionevoli.
Nascosti dalla nostra umanità,le nostre urla non le sentirà nessuno. Ci
dimenticheranno. E lo faranno senza rimpiangerci. Siamo in trappola.
E’ così freddo intorno a noi, cerchiamo di evadere ed arranchiamo
disperatamente. Affondiamo i piedi in una coltre di neve gelata, bianchissima,
nella speranza che possa salvarci da noi stessi. Ma fa freddo, fa freddo là fuori.
Ci sentiamo in trappola quando torniamo a casa, e per questo cerchiamo di
ritardare il rientro. La nostra candida pace ci fa scivolare sul ghiaccio,
lontani dalla tristezza, tagliare l’aria con le dita ci fa sentire vivi,
invincibili. Ma in realtà la vera trappola è la vita che viviamo. Quando siamo
soli ci rendiamo conto della prigione di ghiaccio che si è creata intorno a
noi. L’indifferenza, ogni giorno, rinforza le sue sbarre. E chi sono i nostri
carnefici? Sono le persone che ci
plasmano, che ci credono, che ci amano … il loro pensiero è in grado di darci
la vita, la loro indifferenza di togliercela. E da qui la domanda che a mio
avviso da senso ad ogni cosa: il gioco vale la candela?
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