15 febbraio 2012

Viaggi d'autunno

Tornavo a casa dalla stazione. 
L’orologio digitale di una banca segnava 5 °C. “E’ ora di mettere il piumone”, ho pensato, “se mi gestisco bene la termogenesi, le lenzuola di fustagno le metto a gennaio”.
Arrivato a casa c’era ancora lo stendino con i panni stesi da ormai tre giorni, “Che umidità in camera, non farà bene alle articolazioni”.
Dopo cena ho mangiato un’arancia, dopo averla sbucciata facendo cura di non togliere tutta la pellicina bianca, “Contiene flavonoidi, contro il raffreddore”.
Mi sono messo sotto alle coperte, i piedi accavallati per scaldarli a vicenda.
Qualche flash mi ha portato con la mente al giorno dopo:

  • -  al freddo cane delle 7 di mattina che ti gela (che però ti tonifica la pelle del volto!);
  • -  a 1,50€ per il biglietto dell’autobus, puntualmente in ritardo;
  • -  ai prof. a cui sorridere nella speranza che si ricordino la tua faccia benevola e
    accondiscendente all’esame;
  • -  a quei compagni che ti stanno proprio qua ma con cui chiacchieri e scherzi per
    diplomazia e capitale sociale;
  • -  alla tizia della fila 5 centrale a cui fai la punta da due anni ma che è fin troppo fuori dalla
  • tua portata per poterci provare (e poi mai mischiare dovere e piacere).


Ho temuto di addormentarmi un po’ più vecchio del giorno prima.
    Poi però nell’immagine del freddo delle 7 di mattina ha iniziato lenta a cadere la neve, e con essa il soffice torpore di Dicembre, mentre sull’autobus sale un vecchietto che ti fa tenerezza e a cui cedi il posto, mentre la prof. spiega l’evoluzione pluricellulare degli organismi complessi con un’immagine di Barbapapà, mentre quel tizio noioso a cui sorridevi ipocrita ti invita ad un’aperitivo dopo il laboratorio di istologia, durante il quale la tizia della fila 5 centrale userà una scusa stupida solo per attaccare bottone con te.
    Non so se mi sono addormentato un po’ più grande, o maturo, o saggio del giorno prima; di sicuro mi sono addormentato col sorriso.


    Alla fine non è che il mondo deve per forza essere una merda solo per scrivere un racconto in cui fingersi vagamente interessante.



    riotCup 

    Nessun commento:

    Posta un commento