29 febbraio 2012

Heautontimorumenos

Uccidere per rancore. Uccidere per vendetta. Uccidere per una rivincita personale contro il mondo della normalità che restringe la cerchia dei suoi eletti giorno dopo giorno, ora dopo ora. Uccidere per il bisogno di sentirsi importanti, e, quando il crimine viene tolto dal sonno dell’oblio che tutto cancella, è successo, non si può più negare, e la mareggiata trascina alla deriva i trucioli della nostra anima che nessuno vuole salvare e a cui nessuno vuole credere, perché l’anima non si vede. Siamo soli con il nostro crimine, con il nostro passato ed il nostro futuro maledetto, troppo presto, da una fattucchiera senza scrupoli di nome Coscienza. I ruoli scompaiono, le carte si rimescolano. La normalità diviene anomalia, l’anomalia diviene pazzia, la pazzia preveggenza, e Pirandello cammina per le strade salutando i suoi nuovi malinconici personaggi con un cenno del cappello. 
- Sì – dirà il colpevole del misfatto – sono stato io ad uccidere. Era giusto farlo, andava fatto, come fate a non capirlo? La morte è necessaria alla vita, uccidere lui sarebbe stato come uccidere un altro, ha spezzato un ciclo di vite inutili con una morte giustificata unicamente dalla sua innaturalezza. Per voi forse sono uno stolto,un pazzo, ma se questa voi la chiamate pazzia io mi faccio chiamare volentieri pazzo, e questa è la mia normalità. Cosa? Voi siete i normali? Voi che non conoscete altra legge oltre al pregiudizio e all’ipocrisia? Condannatemi, fatelo, vi prego, non voglio essere come voi, non voglio essere normale. Voglio essere pazzo, febbricitante, crudele e insensato. Voglio essere disperatamente me stesso, e uscire nudo per le strade raccontando storie, menzogne, perché dalla bocca di un pazzo non possono uscire che menzogne, e non sentirmi prigioniero di questo Palazzo di Atlante che di vero, forse, ha solamente il nome. Non lusingatemi con la vostra finta approvazione, non intrappolatemi nelle vostre convenzioni, da cui traspaiono le vostre convinzioni suscitate ad arte. Salvatemi, vi prego, fatemi restare solo, in una cella fredda e buia, dove il vostro sguardo non possa raggiungermi, le vostre parole non possano trovarmi, la storia non possa ricordarmi. Voglio dimenticare di essere un uomo e di aver conosciuto gli uomini. Uccidetemi, toglietemi tutto, anche la libertà, lasciatemi alla mia vita miserabile, alla mia solitudine, alle mie parole insensate, non dovete per forza ascoltare, sono farneticazioni di un povero pazzo, nient’altro. Ora,se volete scusarmi, si è fatto davvero tardi! Ho della pasta al forno da scaldare ed una fame da lupi. Tutto il resto, anche le vostre patetiche accuse, può aspettare.
Gloria B.

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